Scrivere codice accessibile - Intervista a Diana Bernabei
Come azienda specializzata nello sviluppo web con tecnologie open source e nella creazione di soluzioni tecnologiche altamente customizzate, negli ultimi anni abbiamo dovuto affrontare una grande sfida: quella dell’accessibilità digitale.
Ma cosa si intende per accessibilità digitale? Citando Wikipedia:
“...si intende la possibilità, da parte dei sistemi informatici, di fornire i servizi anche a coloro che sono affetti da disabilità temporanee e non, che quindi utilizzano tecnologie ausiliarie*. Si riferisce alle pratiche inclusive di rimozione delle barriere che impediscono l’interazione o l’accesso ai siti web da parte di persone con disabilità.”
*lettori di schermo, screen reader, navigazione da tastiera, ecc
Un aspetto di grande importanza, se pensiamo che le soluzioni che sviluppiamo vengono utilizzate dalle persone e hanno un impatto sulla loro vita. Quando in azienda si è manifestata l’esigenza di affrontare un progetto che avrebbe richiesto un grande effort a livello di sviluppo web accessibile, abbiamo capito che non potevamo più rimandare. Per questo, abbiamo deciso di intraprendere un percorso di consulenza ben strutturato con l’obiettivo di introdurre l’accessibilità web nel nostro processo di sviluppo. Chiaramente, avevamo bisogno di una figura specializzata, che potesse accompagnarci nel percorso e non abbiamo avuto dubbi: Diana Bernabei era la persona che faceva al caso nostro!
Con Diana abbiamo progettato un percorso di apprendimento su misura per il nostro gruppo di lavoro. Abbiamo iniziato da un talk introduttivo e di alfabetizzazione, aperto a tutte le persone di Nephila, sia del team di sviluppo, sia del team di management, per gettare le basi sull’accessibilità digitale. Siamo poi passati alla formazione tecnico-pratica, applicata a codice in sviluppo per conto di nostri clienti, su come scrivere siti web accessibili come da best practice, facendo un buon uso dell’HTML5 e imparando ad utilizzare lo screen reader. Diana è la nostra mentor in materia di accessibilità web, e continua ad affiancare il nostro team di sviluppo, oltre a quello di gestione progetti, ogni volta che siamo chiamati ad affrontare problematiche di accessibilità. Con lei abbiamo anche realizzato un corso di approfondimento di tipo hand-on per un nostro cliente, disegnato sulle esigenze di accessibilità del suo progetto.
Fatte le dovute premesse, lasciamo a Diana la parola per raccontarci chi è, di cosa si occupa, come è nata la nostra collaborazione e il suo punto di vista sugli argomenti che la riguardano da vicino. Partiamo!
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Ciao Diana, vuoi dirci chi sei e di cosa ti occupi?
Ciao, certo! Mi occupo di aiutare aziende e professionisti a rendere il web più accessibile. Come sviluppatrice e designer, mi pongo come ponte tra i manager, il team di design e il team di sviluppo, per supportare tutti i reparti nella scoperta di questo "nuovo" tema.
In Nephila, sei stata coinvolta per le tue competenze in area accessibilità. Di cosa ti sei occupata in particolare?
Siamo partiti con una formazione completa sulle linee guida internazionali, le WCAG, per comprendere al meglio quali aspetti riguardano il team sviluppo, quali il team design e quali il team copy. Questo ha portato ad avere maggiore consapevolezza da parte del team di developer su cosa è possibile fare e come agire.
Oltre alla formazione più teorica abbiamo visto insieme del codice accessibile e lo abbiamo testato con uno screen reader, così da simulare una navigazione in prima persona.
In questa occasione, abbiamo navigato siti web reali sviluppati dal team Nephila per un cliente. Questo ha permesso al team di analizzare codice sviluppato da loro, capire come migliorarlo in termini di accessibilità e acquisire maggiore consapevolezza. È in questa occasione che ho mostrato come come si utilizza uno screen reader, provando anche a navigare un sito web tramite questa tecnologia assistiva.
Abbiamo anche affrontato il tema del buon uso dell'HTML e di come testare il codice in autonomia senza il bisogno costante di una figura come la mia.
Hai lavorato a stretto contatto con le persone del nostro team, su cosa vi siete focalizzati, che obiettivi vi siete dati?
Ci siamo prefissati di risolvere i problemi in modo graduale, iniziando da quelli più semplici e veloci per poi dedicarci a quelli più complessi, che necessitavano di un processo di sviluppo più articolato con molteplici test e versioni.
Ci racconti più in dettaglio qual è stato il tuo contributo rispetto agli obiettivi? Quali attività hai svolto?
In una serie di workshop, ho accompagnato il team di developer in un viaggio conoscitivo sull'accessibilità web. Partendo dai concetti base e dai termini essenziali, abbiamo esplorato insieme, punto per punto, le linee guida per l’accessibilità, garantendo una solida base per la creazione di siti web fruibili da tutti.
Come ci hai raccontato, ti occupi anche di formazione. Come sono strutturati i tuoi corsi di formazione?
I miei corsi partono dalle basi dell’accessibilità web e dell’inclusione digitale. In questa prima fase, mi concentro molto nello spiegare bene a chi si rivolge questo tema e quanto possiamo impattare sulla vita delle persone. Successivamente, affronto la semantica base dell'HTML e la panoramica sulle WCAG con esempi pratici di problemi che riscontro nel codice del cliente. In seguito, passo alla sessione di workshop dove insieme andiamo a sviluppare componenti accessibili a partire dai più semplici, come un pulsante o un link, fino ai più complessi come ad esempio multiselect o caroselli. Normalmente fornisco sempre del codice scritto da me da lasciare al cliente, in modo che possa usarlo come punto di partenza sicuro e super testato dal punto di vista dell'accessibilità.
Ci sono altri modi in cui supporti le aziende che vogliono affrontare il tema dell’accessibilità?
Sì, mi capita spesso di partire dall'urgenza di comprendere i problemi che ci sono. Per farlo, effettuo un'analisi dettagliata in cui fornisco una lista dei problemi e delle soluzioni concrete o proposte di soluzione, da rivedere insieme.
Come ti sei avvicinata all’accessibilità e come mai hai deciso di specializzarti in questo ambito?
Era il novembre 2019, e al Google Developer Group Pescara un talk ha acceso una scintilla in me che non si è mai più spenta.
Immaginate la scena: una sala buia, Filippo, un developer con disabilità visive, il suo pc collegato agli altoparlanti. Il silenzio è rotto solo dalla voce dello screen reader che legge, parola per parola, riga per riga, il codice Java sullo schermo.
Da un lato, la complessità del codice, scandito in ogni sua sfumatura. Dall'altro, la frustrazione di navigare siti web inaccessibili, pieni di ostacoli che impediscono la comprensione del contenuto.
Mi sono sentita ispirata dalla determinazione e dalla passione di Filippo, che ha risvegliato in me una nuova consapevolezza sull'importanza dell'accessibilità web e sulla necessità di sviluppare siti e applicazioni inclusivi per ogni individuo.
Quali sono i problemi di accessibilità più comuni sui progetti web che ti trovi a dover analizzare?
Solitamente, i problemi più comuni che mi trovo a dover affrontare riguardano un uso insufficiente e scorretto dei tag semantici HTML5 e un uso improprio e superfluo dei WAI-ARIA. Per questo è importante che la formazione sull'accessibilità parta da questi aspetti, proprio come abbiamo fatto con il team Nephila.
Perché è importante affrontare il tema dell’accessibilità nell’ambito dello sviluppo di progetti web, e in generale in campo tecnologico?
Il web è ormai un elemento essenziale della vita quotidiana. Lo utilizziamo per informarci, lavorare, studiare, divertirci e comunicare. Per questo motivo, è fondamentale che i progetti web siano accessibili a tutti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche, cognitive o sensoriali.
L'accessibilità web è un diritto di tutti, non una concessione. È importante che i/le developer come i/le design e i/le copywriter siano consapevoli di questa responsabilità e si impegnino a creare siti e applicazioni che siano accessibili a tutti.
Dal tuo punto di vista, come stanno rispondendo le aziende? Sono consapevoli di dover affrontare il problema o c’è ancora molta strada da fare?
Le aziende molto grandi si concentrano spesso sulla risoluzione rapida dei problemi di accessibilità, senza comprendere appieno le loro implicazioni. Le aziende medie e piccole, invece, sono spesso più sensibili e consapevoli dell'importanza dell'accessibilità web.
Quali sono gli ostacoli che incontri di più nell’introdurre l’accessibilità all’interno di team e aziende?
Di ostacoli ne incontro molti, sia piccoli che grandi in base all’empatia delle persone che ho davanti. Quando mi interfaccio con i/le designer c’è spesso un atteggiamento negativo dove si associa l’accessibilità web ad un ostacolo alla creatività o al design mentre per il team di sviluppo gli ostacoli di solito sono tre: mancanza di tempo o risorse, mancanza di supporto nella realizzazione di codice accessibile dovuta alla mancata cultura aziendale o formazione richiesta, difficoltà ad integrare nel processo di sviluppo l’attenzione all’accessibilità.
Tuttavia, ci sono delle soluzioni a tutti questi problemi che mi trovo a dover affrontare. Innanzitutto, quando trovo un “muro” di non consapevolezza sul tema davanti a me, cerco di spiegare quanti tipi diversi di disabilità ci sono facendo moltissimi esempi, e successivamente suggerisco delle soluzioni pratiche al team, come ad esempio quella di fare una formazione di base prima di affrontare il tema del codice accessibile in autonomia, in modo tale da superare insieme lo scoglio.
Quando abbiamo svolto le attività di formazione insieme a te, un aspetto che ci è rimasto impresso è il fatto che possiamo impegnarci nel rendere i siti accessibili come team di sviluppo, ma tanto dipende dai design che ci vengono forniti. Quanta sensibilità c'è nel mondo dei designer su questo tema?
Nel mondo del design, la sensibilità all'accessibilità è maggiore rispetto a quella nel mondo dello sviluppo, ma ci sono ancora delle lacune. Ad esempio, ho sentito designer dire cose come "i colori del marchio sono questi e non possiamo cambiarli" o "questa sfumatura di giallo è quasi accessibile, quindi va bene".
Da sviluppatrice, c’è una difficoltà che ti sei trovata a dover superare, quando hai iniziato ad occuparti di accessibilità? Se si, come l’hai superata?
La maggior parte del materiale sull'accessibilità web è incentrato sul design o sui contenuti. Ho trovato una minor quantità di materiale sullo sviluppo e spesso gli esempi non erano accessibili. Questo ha reso difficile capire come implementare l'accessibilità in modo corretto. Alla fine, ho risolto il problema studiando direttamente le WCAG.
Per chi è alle prime armi, e vuole saperne di più, quali risorse consiglieresti?
Per chi è alle prime armi e vuole saperne di più sull'accessibilità, consiglio di partire dalle basi combinando teoria e pratica. Inizia studiando le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) e le linee guida per le app mobili, fondamentali per comprendere i principi dell'accessibilità. Piattaforme come Coursera, edX e Udacity offrono corsi introduttivi che possono dare una buona panoramica.
Successivamente, si può considerare di ottenere certificazioni riconosciute che possono aiutare a consolidare le competenze e a dimostrare la propria preparazione nel campo. Poi libri, blog, podcast, e soprattutto seguire esperti ed esperte che parlano di accessibilità sui social può essere tutto materiale per continuare a formarsi.
Come ti trovi a collaborare con Nephila? C’è qualcosa che hai apprezzato in particolare?
Il vostro lavoro di squadra è eccellente, la fluidità delle informazioni è davvero ottima.
Ci hai insegnato molto sull'accessibilità, che studenti siamo stati? Che cosa dovremo approfondire, e in che cosa dobbiamo allenarci?
Siete stati molto bravi/e perché avete velocemente capito dove potevano esserci problemi, che è il primo step prima ancora di capire come si risolvono. Ho apprezzato molto la flessibilità di non farvi condizionare dal fatto che anche se si è senior developer magari ci si è dimenticati di qualche dettaglio dell'HTML.
C’è qualcos’altro che vorresti dirci o che vorresti condividere?
Mi sento di dare un piccolo consiglio: siate curiosi/e di scoprire anche questo aspetto dell’informatica, perché l’accessibilità web ha la stessa importanza del World Wide Web e dell’HTML. Poche persone la conoscono e c’è ancora tanta disinformazione. Questo è davvero un peccato perché l’accessibilità web ha un forte impatto sull’esperienza e utilizzo che le persone faranno delle tecnologie che sviluppiamo.
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La nostra chiacchierata con Diana è giunta al termine. Grazie per aver letto l’intervista. Se stai iniziando ad esplorare il tema dell’accessibilità, speriamo di averti chiarito un po' le idee e di averti mostrato come lavoriamo qui in Nephila. Non esitare a contattarci, se hai domande, curiosità o semplicemente vuoi fare due chiacchiere!
Se invece vuoi approfondire ancora meglio le attività di Diana Bernabei o entrare in contatto con lei, puoi consultare il suo sito web oppure aggiungerla su Linkedin.
Alla prossima intervista! 😉